giovedì 3 dicembre 2009

Autumn's Thoughts

I have to say that for me walking on these solitary country roads in Autumn is a peculiar experience. Maybe it depends on the intese colors of the landscape surrounding me, the profound scents of the fields, silence, those small breaths of fresh wind: well anything stimulates meditation.



While walking in these days, my thoughts fly: even if my sight is focused on green fields, red trees or some bird or other animal, my mind is somewhere else. Memories, thoughts, reflections, considerations, imagines of a more or less far past time: anything seems frantically boiling in my mind.

I have to admit that if I have some confused ideas, if some problem makes me leaving my home sad or unquiet, even after a short walk what is confused turns clear, what is complex turns easy. Finally I find the necessary quietness and concentration to solve big and small problems.

While walking, what seemed to me a very difficult problem or a deep worry become small things which, with a little bit of serenity, can be solved.

Well, walking, in particular during the Fall, maybe has also a therapeutic function. Several times it helps me in understanding with what kind of banalities, silly things and futile questions I waste a larger part of my time...

Pensieri d'Autunno

Devo dire che per me camminare su solitarie strade di campagna in Autunno è un'esperienza del tutto particolare. Saranno forse i colori intensi del paesaggio, gli odori forti della campagna, una piccola brezza fresca che soffia quasi sempre: insomma tutto stimola la meditazione.



Camminando in queste giornate, i miei pensieri volano: anche se il mio sguardo si rivolge ai campi, agli alberi o a qualche animale di passaggio, la mia mente è altrove. Ricordi, pensieri, riflessioni, considerazioni, immagini di un più o meno lontano passato: tutto sembra ribollire freneticamente.

Devo dire che se ho delle idee confuse, se esco di casa rattristato o teso per qualche problema, dopo anche una breve camminata ciò che è confuso diventa chiaro, ciò che è complicato diventa semplice. Alla fine trovo la calma e la concentrazione per risolvere piccoli e grandi problemi.

Mentre cammino, quello che magari mi sembrava chissà quale difficile problema o un assillo che mi preoccupava diventano delle piccole cose che, con la dovuta calma e serenità, possono essere affrontate e risolte.

Insomma, passeggiare, in autunno in particolare, ha forse anche una funzione terapeutica. Il più delle volte mi aiuta a capire dietro quali sciocchezze o futili motivi vado a perdere gran parte del mio tempo...

venerdì 16 ottobre 2009

Toward the Green Sanctuary of Corviano...

The fall has arrived and the days are getting colder and shorter. So, iI have decided to exploit a sunny sunday, even if rather cold and windy, to make a long walk toward the Great Green Sancturay of Corviano.

Initially, the first part of the path has been quite easy: long country roads sometimes connected to asphalted roads which made the walk definitively easy...



I have been walked for many kilometers also becasue the hilly landscape forces these roads to make many climbs and tortuous rounds. However the landscape is fine and the distance flies away with no problem...



Finally I began to come near to the Sanctuary even if, while approaching, the road was narrower and narrower, with many hurdles making rather difficult my walking: sometimes small rivers crossed the road and I had to put my boots in the (troubled) waters...



After that, from a small clearing, I saw the green wall of the Sanctuary.



At that moment, the road began to enter the forrest, but there I have stopped my walk...

Giustifica
To be continued...




Verso il Santuario Verde di Corviano

E' arrivato l'autunno e le giornate cominciano ad essere decisamente più fredde e più corte. Ho approfitato quindi di una bella domenica di sole, anche se battuta da una discreta tramontana, per fare una lunga camminata verso il grande Santuario Verde di Corviano.

La prima parte del percorso non è stata particolarmente difficile: lunghe strade bianche talvolta intramezzate anche da strade asfaltate che hanno reso agevole la camminata.


Molti i kilometri da percorrere anche perchè il paesaggio collinare costringe queste strade a fare parecchia arzigolgoli ed un mucchio di salite e discese. Comunque il paesaggio è bello e gradevole ed i kilometri scorrono via piacevolmente e senza fatica...



Alla fine sono riuscito ad avvicinarmi al Santuario anche se, man mano che appunto mi avvicinavo, la strada diventava sempre più stretta ed impervia fino a diventare un sentiero molto difficile da percorrere: ogni tanti quache piccolo ruscelletto attraversava il sentiero ed ho anche dovuto finire con gli scarponi dentro l'acqua...



Alla fine però da una radura ho potuto vedere il grande muro verde del Santuario.


Il sentiero cominciava ad inoltrarsi nel bosco, ma a questo punto mi sono fermato.

Giustifica
Il resto alla prossima puntata...




giovedì 10 settembre 2009

Living Outdoor

Here I'm again after a long time since my last post on this blog. Actually during this summer I don't feel like staying in front of a computer to write something: I always prefer to do something else, above all, passing my time outdoor. (This attitude surely render the updating of this blog rather difficult!)

During the day, in every occasion I have, I go out for long walking in the country, sometimes I use also my bike; in other occasions I go walking along the beach at the seaside.


However my favourite is always is the classic country road...

And I have also a garden where me and my family produce vegetables making us self-sufficient for this: this garden requires just few attentions and care and it is nice to stay there working together...

In the night, it is fantastic to stay outdoor at home just talking, singing, playing a guitar or playing cards.

Well, the most beautiful thing in summertime is the possibility to live outdoor: I consider myself a very lucky man because I can live in this way. Living in a small country village in Italy, anything is simpler and easier: coming back from work, I wear my casual cloths and... I go out! Just walking or biking with my wife and my son for shopping or doing something else but leaving absolutely my car at home. Maybe it will take more time to do your home duties but you gain a lot for your health.

At evening, we have our dinner outside on a small patio under a big olive tree possibily sharing our meal with friends or relatives: our motto is "more people, more pleasure". Any occasion is good to stay outdoor.

The most important thing is, as always, leave your car, turn off your TV and don't stay alone, stay in good company.

Essere "Fuori"

E' passato un po' di tempo dal mio ultimo post su questo blog. In effetti d'estate ho avuto veramente poca fantasia di mettermi davanti al computer: ho sempre preferito fare altro soprattutto stare il più possibile all'aria aperta.

Durante il giorno, ogni volta che ho potuto, sono andato a fare delle lunghe camminate in campagna (spesso lungo le solite strade bianche), qualche volta ho anche preso la bicicletta, ho anche avuto modo di fare lunghe passeggiate sulle spiagge, al mare.

Comunque la protagonista è sempre lei: la strada bianca di campagna.

E poi c'è l'orto, che ci ha reso indipendenti per la verdura, che richiede un po' di cure e di attenzioni.

La sera, talvolta anche fino a tardi è bello stare davanti alla porta di casa a fare due chiacchiere , cantare, suonare la chitarra o a giocare a carte.

Insomma il bello dell'estate è che è possibile stare fuori: in particolare mi ritengo molto fortunato di poter vivere l'estate in questo modo. Vivendo in un piccolo paese tutto è più semplice: finito di lavorare, ti cambi d'abito e... parti! Magari vai a fare delle commissioni, a piedi o in bici mollando la macchina. Ci si mette più tempo ma ci si guadagna in salute. La sera ceni all'aperto, magari con degli amici o con i parenti: il nostro motto è "più semo e mejo stamo!". Insomma ogni scusa è buona per essere "fuori".

L'importante, come sempre, è abbandonare la macchina, spegnere la televisione e stare in buona compagnia.

giovedì 16 luglio 2009

Summer Walking

It's summer and these days are quite hot: it is not easy to go out for walking. In certain hours it can be rather difficult: well, sometimes walking along some country roads it is possible to find many trees alongside the road providing an helpful shade.



Many problems may arise when walking along a "naked" country road passing near great cultivated fields where trees are scarce or absent at all.



In these case, of course, a good hat can be very useful. I've got to say that I prefer the traditional straw hat, wide brimmed and possibly rather high, than the sport peaked cap, very cool today. The traditional hat is useful to protect also the shoulders, when very wide, functioning as a sun-umbrella, not oppressing your head: thanks to the straw and an open weave, you suffer no hot and your head sweats less. The sport cap is surely very cool but, in my opinion it is not good for this purpose.

A traditional hat is the best for a summer walking (when I stop myself under a big tree looking for a shade I can use it also as a fan - it perfectly works!): it is the same classic "big straw hat" used by the ancient roman peasants for summer works and by the roman legionaries when passing through the deserts.

And, after all, Ancient Romans were not stupid at all...

Camminare con il caldo

Eh si! quando arriva l'estate e le giornate cominciano ad essere molto calde non è semplice via-andare. Soprattutto in certi orari può diventare difficoltoso: per fortuna girando per le strade di campagna si trovano spesso molti alberi che costeggiano la strada.


Il problema sorge quando bisogna attraversare lunghi tratti di strada "scoperta" magari che costeggiano campi coltivati dove gli alberi sono rari o non ci sono per niente.

In questi casi un buon cappello di paglia può essere molto utile. Devo dire che preferisco questo tipo di cappello tradizionale, a tesa molto larga e possibilmente abbastanza alto, rispetto al berretto con la visiera, che va molto di moda adesso, perchè riesce a fare ombra anche su una buona parte delle spalle (funziona quasi come un ombrellone), non opprime la testa e quindi non te la fa scoppiare di caldo e di sudore grazie alla paglia e alla trama abbastanza ampia: le tese larghe aiutano anche ad avere una buona visiera. Il berretto "fico", mi dispiace, sarà anche fico ma per me è scomodo...

Il cappello tradizionale insomma è quanto di meglio ci possa essere per via-andare nelle giornate estive (quando mi fermo sotto un albero ci si può anche sventolare, è un ottimo ventaglio): in fondo è il classico "cappellone" di paglia che usavano in estate i contadini romani e gli stessi legionari romani quando dovevano atttraversare i deserti.

E del resto gli Antichi Romani non erano mica scemi...

venerdì 3 luglio 2009

Always straight ahead

Some days ago, while walking as usual, I was thinking about the way I walk. One of he thing I was thinking about in particular was the fact that when walking on these country roads I never turn round. I always look in front of me or I look the landscape on the right and on the left, but I never turn round.



I've got to say that my behavior is totally instinctive and non-volountary: surely it is not the result of superstitions. Even if walking on the same country road for the nth time, I never turn round.

Maybe I'm more interested in the places where I'm going to rather than where I'm coming from...

Non Voltarti!

L'altro giorno, camminando lungo una via (via-andando per l'appunto), riflettevo sul modo in cui faccio le mie camminate.

Una delle cose in particolare su cui riflettevo è che ogni volta che faccio i miei giri sulle strade di campagna, non so perchè, non mi volto mai indietro. Il mio sguardo è rivolto avanti o ad osservare il paesaggio ai lati della strada, ma mai indietro.


Devo dire che questo mio atteggiamento è del tutto istintivo, involontario. Non lo faccio di certo per superstizione. Anche se ripercorro per l'ennesima volta la stessa strada, non guardo mai indietro.

Forse non mi interessa da dove sto venendo, quanto piuttosto dove sto andando: chi lo sa!!

martedì 9 giugno 2009

Paved Asphalted Roads

Very often I find old country roads paved with asphalt. This is the result of the cars' circulation prevailing which obviously is more facilitated in this way than in the dusty country roads full of potholes. It is clear enough that residents are bored to have their cars destroyed and the cars' body covered by dust and scratched by bushes. What is funny is that in general people drive big SUVs on these streets which, poor devils, can be easily damaged in the country roads (so I wonder what these SUVs are good for...)



I've got to say that in the past, only donkeys, mules, oxen and horses circulated along these roads: then arrived tractors. Now the countryside is under siege of construction speculation and country houses which, like hoppers, are excessively multiplicating.



Walking on these asphalted roads is definitively harder than walking on a dusty country road: the soil is rigid and, above all in this season during which days are warmer, asphalt is hot and sometimes it is troublesome to walk over it. Sometimes I'm forced to go "off-road" to rest my feet...

The landscape however is still beautiful and, even if - considering the better road conditions - with more car traffic, it is possible to stay in a good loneliness.

Nonetheless, I do believe that the old country roads should be preserved and maintained in good conditions as a real cultural heritage which should not be buried under a flood of asphalt.

Le Strade Asfaltate

Sempre più spesso mi capita di trovare asfaltate delle vecchie strade di campagna. Questo è il risultato della prevalenza della circolazione automobilistica che ovviamente si trova facilitata rispetto alle polverose strade bianche piene di buche. I residenti evidentemente sono stufi di vedere le loro auto con le sospensioni distrutte, le ruote sfondate e le carrozzerie rigate dai rovi o impolverate. Il bello è che il più delle volte su queste strade circolano dei SUV che, poverini, possono facilmente rovinarsi sulle strade di campagna (ma allora questi costosi giocattoli a cosa servono???)


C'è anche da dire che un tempo nelle campagne circolavano i somari (intendo quelli a quattro zampe), i muli, i buoi ed i carretti: dopo sono arrivati i trattori. Ora la campagna è sempre più presa d'assalto dalla speculazione edilizia e dalle villette che, come delle cavallette, si moltiplicano a dismisura.


Camminare su una strada di campagna asfaltata è decisamente più faticoso rispetto alla classica strada bianca: il suolo è più rigido e soprattutto, ora che comincia a fare caldo, l'asfalto si surriscalda e diventa fastidioso camminarci sopra. Ogni tanto mi tocca andare "fuori strada" per riposare i piedi...

Comunque il paesaggio è ancora piacevole e, anche se - vista la più agevole percorribilità - un pò più trafficate, si riesce a stare in una discreta solitudine.

Continuo a credere però che le strade bianche andrebbero preservate e tenute in buono stato di conservazione, come se fossero un vero e proprio "bene culturale" che non dovrebbe essere sepolto sotto un fiume d'asfalto.

venerdì 15 maggio 2009

The Way Back

There is something has always impressed me when walking along these country roads: these roads have two distinct and different directions and meanings. I'll try to explain myself better.

When walking on these country roads, I always put my attention to a lot of small details as well as to the landscape as a whole, to the nature of the road as well as to its crossroads, the trees all around etc. So I usually make long circular walks which finally drive me home going always straight ahead.


Yet sometimes, It happens to me to be forced to go back on the same road (for example because it finishes in a filed or in a private plot/house) or to walk along a road in the opposite direction respect to the usual one.


So I perceive a rather surprising effect: the landscape seems to me completely different, an original world not simply a mirror reversed image of the usual one. Probably, when driving a car this effect is definitively modest because nobody pay attention to the surrounding landscape outside the window. But when walking, being a part of this landscape, a new different world appears to us.

For this reason, I have decided to explore these country roads I have always taken in the same direction in the opposite one and I always discover, with my immense surpirse, new details and interesting views...

Just try it!

La via del ritorno

Una delle cose mi ha sempre molto incuriosito, è di come le strade, tutte in generale, ma quelle di campagna in particolare, abbiano due sensi e due versi molto diversi fra loro. Mi spiego meglio.

Quando si cammina per le strade di campagna si fa sempre caso a tantissimi particolari, si guarda il paesaggio in lontananza, si osserva la conformazione della strada, dove porta, i suoi incroci, gli alberi che la circondano ecc... Di solito mi capita di fare lunghi giri e alla fine ritornare a casa procedendo sempre avanti.


Qualche volta capita però o di dover tornare indietro lungo la medesima strada oppure di percorrere una certa strada nella direzione opposta a quella che si è sempre presa.


Allora mi accorgo di un effetto sorprendente: il paesaggio mi appare completamente diverso, un mondo del tutto originale non semplicemente speculare a quello che solitamente avevo percepito. Probabilmente quando si corre con le auto questo non accade perchè non si fa caso all'ambiente circostante; ma camminando a piedi, visto che in questo ambiente ci siamo immersi e ne facciamo aprte integrante, è come se un altro mondo si aprisse ai nostri occhi.

Per questo da un po' di tempo ho iniziato ad esplorare queste strade che ho sempre percorso in un verso, nella direzione opposta e non mi stanco mai, con mia immensa meraviglia, di notare dettagli sempre nuovi ed interessanti...

Provare per credere!

martedì 5 maggio 2009

Country Roads

Undoubtedly, country roads are the real protagonists of this diary.



Country roads are essential components of rural landscape, often bad considered because they make difficult cars' mobility. Actually they were not conceived and built as fast tracks for cars: for this reason they are considered an obstacle, a relic of the past, a problem... Often they are paved to cancel these defects making them "modern" that is up to date to the cars' needs (maybe a SUV)...


Nonetheless, country roads have a peculiar fascination made of a mix of sensations: the sound of stones and ground under the shoes, the colours of land (opposed to the asphalt grey), the green grass stripe in the middle as a spine...



Despite the summer dust and the winter mud, country roads are ideal place where walking, definitively less tiring than the stiff paved roads. Usually, being created along the plots' borders, country roads never proceed straight to a definite destination, but showing a sort of inner apparently irrational deviousness, but perfectly rational within the context and landscape where they are placed.

Country roads are lost places, climbing uphill, moving into forrests, passing aside country houses and farms, vineyards, olive groves, with their crossroads, populated by herds and flocks going on them...


While I slowly walk on a solitary country roads, trees are always looking at me...

Slowness is quintessential in country roads...

They are metaphors of life...

E' una metafora della vita...

lunedì 4 maggio 2009

Le strade di campagna

Senza dubbio, le vere protagoniste di questo diario sono le strade bianche di campagna.




Sono una componente essenziale del paesaggio rurale, spesso bistrattate perchè rendono difficile la mobilità delle auto. Del resto non sono state concepite e create per far correre le automobili; per questo motivo oggi sono considerate un ostacolo, un retaggio del passato, un impiccio... Molto spesso vengono afsaltate per cancellarne i difetti e per renderle "moderne" cioè all'altezza dei tempi e delle necessità degli spostamenti veloci con le auto (magari un SUV)...

Eppure la strada bianca di campagna possiede un fascino particolare fatto di una miscela di sensazioni; il suono dei sassi sotto i piedi, il colore "di terra" del fondo stradale (che si oppone al grigio dell'asfalto), la striscia di erba centrale che cammina come una spina dorsale...


Nonostante la polvere d'estate ed il fango d'inverno, la strada bianca è il luogo ideale per camminare, molto meno stancante del fondo rigido della strada asfaltata. Di solito poi, procedendo lungo i confini dei poderi, la strada di campagna non procede mai dritta verso una destinazione precisa, ma possiede sempre una sua "tortuosità" apparentemente irrazionale, ma perfettamente razionale per il contesto ed il paesaggio dove è collocata.

La strada bianca si perde per le campagne, si inerpica sulle salite, si inoltra nei boschi, fiancheggia casolari, campi, vigneti, uliveti, si perde nei suoi bivi, si popola di mandrie e greggi che si spostano su di essa.

Mentre lentamente cammino sulle strade bianche, gli alberi mi osservano sempre incuriositi...

La strada bianca di campagna è la quintessenza della lentezza.

E' una metafora della vita...

giovedì 23 aprile 2009

Storie Perdute: Tortorate e Cacchimia

Camminando per strade solitarie di campagna di solito non accade nulla di particolare. Si rimane affascinati dal silenzio, dai colori, dal paesaggio, dallo scroscio dell'acqua di un ruscello...

Altre volte capita però di fare degli incontri particolari o di imbattersi in situazioni incredibili come quella che sto per raccontare...
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Storie Perdute: Tortorate e Cacchimia

Stavo facendo una camminata veramente molto bella. C'era un bel sole e la campagna intorno era splendida nei suoi colori. Tutto era veramente tranquillo e la pace sembrava regnare ovunque. almeno così sembrava.



Mentre camminavo lentamente su questa strada di campagna meditando fra me e me, mi è parso di sentire come delle urla lontane. Via via che camminavo queste urla diventavano sempre più distinte e più forti fino a quando, arrivato in prossimità di una vecchia casa, ho sentito distintamente le grida di un uomo e dei forti colpi su una porta.




Spinto dalla curiosità mi sono avvicinato a questa vecchia casa e, dopo poco, ho visto chiaramente un uomo, piuttosto basso e grassoccio, che menava grandi pugni sull'uscio di casa urlando come un ossesso.

Ormai arrivato in prossimità della casa, mi sono permesso di chiedere:
"Ehilà! Serve aiuto?"
"Aiuto mi servirebbe, ma non credo che tu possa fare qualcosa..." mi rispose l'ometto tutto sudato e affaticato.
"Sono anni che busso a questa porta e mia moglie da dentro non mi apre!"
"Perchè?" chiesi io
"E che ne so? Io busso, le chiedo di aprire, ma lei niente. Dice che non si fida, non ci crede che sono io e non mi apre. Io le dico che sono io ma è tutto inutile. Allora manco io mi fido e le chiedo chi c'è dentro casa, e quella mi risponde pure male facendomi arrabbiare come una bestia! E questa storia va avanti da anni!"
Dopo di che, riprese a bussare e cominciò a gridare:
"Aprite! Aprite!"
Da dentro la vecchia casa una vocina di donna bisbigliò:
"Ma voi chi siete?"
"Aprite che so' tortorate!!!"
"E mica so' scema!" rispose la donna.

Per chi non è di queste parti, è bene sapere che il "tortoro" è un grosso bastone ritorto e pieno di nodi da cui viene la parola "tortorate" cioè le "bastonate"

"E che diamine! Perchè le dite così?" Chiesi io
"E cosa le devo dire? Io mi chiamo Tortorate!"
Intanto continuava a bussare e a dare pugni sulla porta.
"Aprite che so' tortorate! Ma tu lì dentro chi sei?" chiese l'ometto alla donna
"So' cacchimia!" rispose quella.

Anche in questo caso è bene ricordare, per chi non è di queste parti che la frase "cacchi mia" vuole dire "cavoli miei" ovvero "affari miei". In realtà la dolce donnina non disse "cacchimia" ma io per evitare volgarità ho evitato di riportare il suo vero nome...

Intanto la cosa andava avanti con l'omino che era sempre più furente.
"Aprite che so' tortorate!. Ma tu chi sei?" chiedeva l'omino
"So' cacchimia!" rispondeva la donnina. E più diceva così più l'omino si arrabbiava.

La cosa è andata avanti così per un bel pezzo e ormai l'omino non faceva più caso a me. Ho provato a dire qualcosa, ma non c'è stato verso di interrompere quel bel quadretto familiare.

Dopo un po' me ne sono andato mentre le urla lentamente si affievolivano via via che mi allontanavo.

Dopo qualche curva non li ho sentiti più...

mercoledì 8 aprile 2009

And nothing happens...

I went out early in the morning wearing my greatcoat and with my pinewood stick in my hand. The wind was cold, as usual in these last winter days, but the sun was shining. Sunlight is quite blinding.

I began my walk, without a destination, along white country roads about which I don't know anything, I don't know where they will take me, I don't know where they will arrive. I don't care about it.

Leaving the last houses of the village, there's nobody. Farms are small dots lost in the landscape. Far away, the houses of another village perched over a hill.

Few grazing horses.

I have walked for many kilometers, slowly, alone, on these solitary country roads. The sound of my steps is the only companion I had and my thoughts run freely over these open spaces.



Well, this is a diary of a solitary walker but I've got to admit that this long walk has been characterized by the most common event which can happen to who usually walks along country roads: nothing happens, absolutely nothing.


I haven't met anyone and what I have seen hardly can be expressed through words or a photo. This is the true and genuine beauty of walking alone on country roads: nothing happens. One may go back home very tired but satisfied for this slowness which doesn't bring anything important but can surprise you for its beauty and pure simplicity.

Non succede niente...

Esco la mattina con addosso il mio pastrano ed il mio bastone di legno di pino in mano. Il vento è gelido come spesso accade durante queste mattine, ma splende il sole. La luce è quasi accecante.

Mi metto in cammino, senza una meta, lungo strade bianche di campagna di cui non conosco nulla; non so dove mi portano, non so dove vanno a finire.

Lasciate le ultime case del paese, non c'è più nessuno. Le fattorie sono punti sparsi nel paesaggio. In lontananza le case di un paese vicino arrampicate sul cucuzzolo di un monte.

Qualche cavallo al pascolo.

Cammino per molti chilometri, lentamente, da solo, lungo queste solitarie strade di campagna. Il rumore dei miei passi mi fa compagnia ed i pensieri corrono liberi su questi spazi aperti.


Certo, dovendo scrivere un diario di un camminatore solitario, devo dire che questa lunga camminata è stata caratterizzata dall'evento più tipico che può capitare a chi cammina per strade secondarie di campagna: non è successo niente, non è successo assolutamente niente.


Non ho incontrato nessuno e quello che ho visto difficilmente può essere reso dalle parole o da una foto. La bellezza del camminare solitari in campagna è proprio questa: non succede proprio niente. E te ne torni a casa magari stanco, ma contento di aver goduto di questa lentezza che non porta niente di eclatante, ma che è bellissima per la sua pura semplicità.

giovedì 19 marzo 2009

Lost Tales/3: The Hangedman Inn

Walking on country roads... and suddenly an invisible world becomes visible: step by step, memory after memory, while walking alone along these small country roads.


Lost Tales/3: The Hangedman Inn

I have decided to leave early that morning for my solitary walk just exploiting the tepid sun notwithstanding a very cold day. I have been walking for a long time always going along secondary country roads: the day was sunny, but a very cold iced wind made my walk harder and harder.



It was lunch time by now but I had nothing to eat or to drink with me: that long walk made me rather hungry. I had walked too far: impossible to go back home quickly.

Yet, suddenly, behind a small hill, a house appeared: I went closer to understand better if the house could be inhabited or not also because the road was going directly there...



Looking carefully at this house, I realized that it was rather bad-off: many windows were closed, the glasses broken, the roof damaged. It seemed completely abandoned: but, just over the door, I noticed a sign: Inn

Well, if this Inn was open, maybe I could have something to eat and rest for a while before going home, but the house seemed closed for centuries. The door appeared locked but it easily opened when I pushed it. Inside was quite dark: there were few wooden tables and chairs within a small room and at the end a great fire was burning in the chimney with a great pot where something was cooking. On the left there was a long desk full of carafes, bottles, plates, and glasses. Suddely behind the desk, a little woman dressed with a long white apron, appeared.

"What do you want here?" she said
"I would like to know if it is possible for me to have something to eat"
"I've got only bread, beans and wine"
"It's ok for me"

I sat on the first table I found and after a while the little woman arrived with a steaming dish of beans, some bread and a carafe of red wine. The meal was good and the hot beans and the red wines put me back on my feet after the cold wind I have taken during my long walk.
While eating, I noticed in a corner a man sitting on a table in front of an empty plate and and empty glass. The man was gazing at the empty plate without saying a word and without moving his eyes.

When the women arrived to take my dish away, I asked her who was that man.
"I don't know his name, but he is a criminal, or, better, he was a criminal. He was hanged in 1227. I don't know the reason why, but he had committed something really bad. The other deads didn't want him. So the Little Witch took him here and since then she pays to me 2 coins a week to keep him here. Well, he is not a sociable man, but I've got my gain also because he doesn't eat anything and he never sleeps".
Then, she want back to the desk.

So, I got up to pay the bill, but the little women refused my money:
"Dont' worry. Your bill has been already paid"
"I don't understant..."
"Your bill has been already paid by the Little Witch: 2 coins a week!"

After quickly leaving the Inn, I took the way home.
Some days after, I met a friend of mine.
He told me he has found in the country a old abandoned house.
After entering in, he found all destroyed, only dust, ruins and spiderwebs.
But he has noticed something strange: among these dusted ruins there was a table perfectly set for two...

Storie Perdute/3: la Locanda dell'Impiccato

Cammina, cammina per strade di campagna... ed ecco che improvvisamente un mondo che sembra invisibile prende forma fra un passo lento e l'altro, fra un pensiero e l'altro, mentre cammino solitario per queste piccole strade di campagna...

Storie Perdute/3: La Locanda dell'Impiccato

Avevo deciso di uscire abbastanza presto quel mattino per approfittare di un tiepido raggio di sole nonostante la giornata invernale fosse piuttosto fredda. Avevo camminato per parecchi chilometri e parecchie ore sempre procedendo lungo strade di campagna secondarie che diventavano sempre più strette. C'era un bel sole, ma una fredda tramontana picchiava duro e rendeva faticosa la mia camminata.


Ormai era diventata ora di pranzo e devo dire che quella lunga camminata mi aveva messo un certo appetito: non avevo con me nulla da mangiare e da bere e mi ero allontanato troppo da casa per poter tornare indietro abbastanza rapidamente.

Ecco che improvvisamente, da dietro una piccola collinetta, sbuca una casa: mi avvicino per poter capire bene di cosa si tratta visto che oltretutto la strada conduceva proprio dinanzi a questo vecchio casale.


A guardarla bene questa casa sembrava piuttosto malconcia; molte finestre erano chiuse e non sembrava essere stata abitata da anni. Sopra la porta noto però un'insegna: Locanda.

Beh, se fosse stata aperta avrei forse potuto mangiare un boccone, ma mi sembrava chiusa da secoli. La porta, che sembrava chiusa, invece si aprì facilmente appena spinsi le ante. Dentro era abbastanza buio: c'erano pochi tavoli di legno sparsi in una piccola sala ed in fondo un grande fuoco bruciava nel camino con un grande pentolone con qualcosa che si stava cucinando. Da una parte c'era un bancone pieno di caraffe, piatti e bicchieri.
All'improvviso da dietro il bancone sbucò una piccola donna con addosso un lungo grembiule bianco.
"Che vuole" disse
"Volevo sapere se era possibile mangiare un boccone"
"C'è solo pane, fagioli e vino"
"Per me va bene"
Mi sedetti nel primo tavolo che mi capitò a tiro e dopo poco arrivò la donna con un piatto di fagioli fumanti, del pane ed una caraffa di vino rosso. Il pasto non era male; oltretutto i fagioli caldi ed il vino rosso mi rimisero decisamente in sesto dopo tutto il freddo che mi ero preso durante la mia camminata.
Mentre mangiavo, notai in un angolo un uomo seduto ad un tavolo davanti ad un piatto vuoto ed un bicchiere vuoto. L'uomo fissava il piatto davanti a sè senza dire una parola e senza mai alzare gli occhi.

Quando venne la donna a portare via il mio piatto le chiesi chi fosse quell'uomo.
"Non so come si chiama, ma è un criminale o meglio, era un criminale. E' stato impiccato nel 1227. Non so che cosa abbia fatto precisamente, ma deve essre stato qualcosa di molto grave. Gli altri morti non lo hanno voluto con loro. Allora la Strega Piccola lo ha portato qui e da allora mi paga 2 baiocchi alla settimana per tenerlo. Certo, non è molto di compagnia, ma io ho il mio guadagno anche perchè non mangia nulla e non dorme mai". Detto questo se ne andò dietro il suo bancone.

Allora mi alzai per andare a pagare, ma la donna rifiutò i miei soldi:
"Non ti preoccupare. E' già tutto pagato"
"Come sarebbe a dire?"
"Il tuo conto è stato già pagato dalla Strega Piccola: due baiocchi alla settimana!"

Dopo aver lasciato di corsa quella locanda, ripresi immediatamente la strada di casa. Alcuni giorni dopo incontrai un mio vecchio amico che mi disse di aver visto in mezzo alla campagna una vecchia casa abbandonata e diroccata. Dopo esserci entrato in mezzo ad un mare di polvere e ragnatele, mi disse che era tutto distrutto e abbandonato da secoli.
Ma c'era qualcosa di strano. Su un tavolo era perfettamente apparecchiato per due persone...

mercoledì 11 marzo 2009

A walk along the Shore

Finally a fantastic sunny (maybe quasi-warm) day after a series of ugly rainy days. This is really a good opportunity to go to the sea to make a long walk along the shore.

After leaving the more crowded part of the beach, it is wonderful to walk alone along the shore. Only wind, the sound of the waves, some seagull...

The beach is made by a black sand deriving from volcanic stones: it is very frequent here along the shores of the Tyrrhenian Sea (The Etruscan Sea) in Southern Etruria.


There are also some inlets of small rivers going to the sea...


The stop to contemplate the view of the sea and the sun setting on the liquid horizon is an obliged duty.

After this contemplation moment, I had got to go back quickly because the wind was about to take me definitively away...

That's to say that the slow solitary walker doesn't go only through country roads...