Alcuni giorni fa, insieme all'amico Fabio, abbiamo deciso di fare un'escursione alla Selva del Lamone, una bella riserva naturale che si trova vicino a Farnese (in provincia di Viterbo).
La Selva del Lamone è una foresta di circa 2300 ettari: al suo interno sono presenti numerosi sentieri che si differenziano per lunghezza ed impegno richiesto.
Abbiamo lasciato l'auto in prossimità dell'ingresso al sentiero numero 4 che si estende in particolare nella parte più interna della selva. Il percorso non è agevole per chi non dispone di preparazione, allenamento e scarpe adatte. Servono buone gambe, molta pazienza ed un discreto grado di adattamento
La difficoltà principale è costituita dal fatto che quasi tutto il percorso è caratterizzato da un fitto strato di grosse pietre che rende difficile l'andatura. Oltretutto il questo periodo le pietre sono coperte da uno strato di muschio che le rende estremamente scivolose. Cadere è questione di un attimo e la minima distrazione viene pertanto punita...
Nonostante la difficoltà, la fatica e la necessità di guardare quasi sempre dove si mettono i piedi, questo itinerario è a dir poco affascinante. Il paesaggio circostante è unico nel suo genere: la continua distesa di alberi si poggia su questo strato di pietre scagliate in antichità dall'antico cratere del lago di Bolsena.
Molto facile imbattersi in qualche cinghiale: noi ne abbiamo percepita la probabile presenza nelle nostre immediate vicinanze, ma non ci sono stati problemi di sorta. E' stato sufficiente fare un po' di rumore perchè si allontanasse.
Il paesaggio della selva, con questa fitta copertura di alberi, è magnifico. Inoltre abbiamo raggiunto anche dei siti di grande interesse archeologico come ad esempio un insediamento etrusco di cui si vedono spuntare fra gli alberi i massicci bastioni difensivi. Sembra di stare nella giungla amazzonica. Abbiamo anche raggiunto la famosa Rosa Crepante di cui non dico nulla perchè bisogna vederla di persona...
Grazie alla competenza di Fabio, mi è stato possibile visitare anche dei siti lungo delle deviazioni sempre di pertinenza del sentiero n. 4. Senza la sua esperienza non avrei mai potuto ammirare nulla di simile.
Non abbiamo mai incontrato anima viva per molte ore: il silenzio assoluto è stato interrotto solo dal cadere delle foglie dagli alberi, dal passaggio degli uccelli o il rapido movimento di un cinghiale.
Non abbiamo mai incontrato anima viva per molte ore: il silenzio assoluto è stato interrotto solo dal cadere delle foglie dagli alberi, dal passaggio degli uccelli o il rapido movimento di un cinghiale.
Abbiamo camminato per circa 4 ore percorrendo oltre 8 km: la camminata è stata abbastanza faticosa e l'andatura piuttosto lenta (io soprattutto andavo pittosto piano per evitare qualche scivolone) anche per la presenza di alcuni tratti coperti da molto fango scivoloso.
Direi che suggerisco la visita all'escursionista abbastanza esperto. Bisogna portarsi appresso sicuramente dell'acqua, qualcosa da mangiare, una torcia e tutto quello che può servire in caso di imprevisto. Faccio presente che il sentiero è sempre ben segnalato e sconsiglio vivamente di intraprendere delle deviazioni per conto proprio. Finchè si rimane sul sentiero, la camminata, sia pur impegnativa, è tranquilla. Se però si lascia il sentiero le probabilità di perdersi sono molto, ma molto elevate. Oltretutto ci si perde in un paesaggio monotono, con alberi molto fitti: si può cadere facilmente e magari slogarsi una caviglia (in questo caso sono problemi perchè i cellulari prendono poco o niente). Meglio evitare di andare in questo itenerario da soli. Io conto di tornarci per percorre altri sentieri sempre, spero, con la collaborazione e l'esperienza di Fabio.
Camminata a dir poco fantastica...
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