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martedì 18 ottobre 2016

Di nuovo la Selva del Lamone

Approfittando di una bella domenica tutto sommato soleggiata di questo strano ottobre (prima fa caldo, poi fa freddo, poi piove, poi torna il caldo...) con l'amico Fabio abbiamo deciso di fare una seconda escursione nella Selva del Lamone, nella parte nord-occidentale della provincia di Viterbo. 

Abbiamo tentato un itinerario che Fabio voleva percorrere, ma la mappa a nostra disposizione non era chiarissima e non siamo riusciti a trovare il percorso giusto. Quindi dopo qualche tentativo, abbiamo lasciato la macchina sul ciglio di una strada bianca, sempre all'interno della Selva, e abbiamo proseguito a piedi lungo un sentiero segnato.


Inizialmente siamo riusciti a procedere senza problemi: abbiamo dovuto però guadare un ruscelletto che a causa delle piogge si era decisamente allargato invadendo il percorso. Comunque, anche se con qualche difficoltà siamo riusciti a proseguire. 


Il paesaggio è sempre molto suggestivo: non c'è anima viva (a parte i versi degli animali selvatici, il silenzio è totale) e il frusciare delle fronde degli alberi dona un qualcosa di magico alla camminata.






Ad un certo punto abbiano notato questa bella conformazione rocciosa che si trova su un'altura nelle immediate vicinanze del sentiero. ovviamente ci siamo avvicinati. 



Abbiamo pensato di girare attorno a questa roccia magari per vedere se ci si poteva salire sopra. Dopo pochi passi, sulla nostra destra, all'interno di un grosso cespuglio di piante e rovi abbiamo sentito distintamente come un verso profondo, una specie di ruggito. Ci siamo subito fermati: a pochi metri da noi (ma forse nemmeno a due metri) sempre dall'interno di questo frattone, abbiamo risentito una seconda volta questo verso: una specie di ruggito profondo come di un dinosauro o di un animale preistorico. Senza fiatare, con uno colpo di sguardo, siamo tornati silenziosamente sui nostri passi, rinunciando a proseguire oltre. Forse un covo di cinghiali che dormivano? Chi lo sa? Nel dubbio è meglio non rischiare...

Abbiamo proseguito lungo il sentiero per un altro bel po' ma via via il percorso diventava sempre meno praticabile: nonostante i segnali sugli alberi il sentiero spariva piano piano. di pomeriggio nei boschi è meglio non fare esperimenti...

Siamo quindi rientrati alla macchina (in silenzio e riguadando il torrente). Poichè c'era ancora qualche ora di luce, Fabio ha deciso di farmi visitare la località Chiusa del Vescovo.

Il luogo è bellissimo. Bisogna passare un cancello (credo che sia una proprietà privata). si cammina per un bel po' in una suggestiva valle in mezzo alla quale scorre un fiume. Il luogo è scarsamente abitato e per nulla frequentato. 










Dopo una bella camminata si giunge a questo bellissimo sito. Un eremo medievale scavato sul fianco della montagna (io ovviamente dentro grotte, caverne e buchi nelle montagne non entro nemmeno morto...). 


Prima che iniziasse il tramonto siamo rientrati alla macchina per non essere sorpresi dalle tenebre, dato che il sole sparisce rapidamente dentro queste strette valli.

Insomma una gran bella escursione, non molto faticosa, comunque molto affascinante...

martedì 25 novembre 2014

La Selva del Lamone

Alcuni giorni fa, insieme all'amico Fabio, abbiamo deciso di fare un'escursione alla Selva del Lamone, una bella riserva naturale che si trova vicino a Farnese (in provincia di Viterbo).

La Selva del Lamone è una foresta di circa 2300 ettari: al suo interno sono presenti numerosi sentieri che si differenziano per lunghezza ed impegno richiesto. 

Abbiamo lasciato l'auto in prossimità dell'ingresso al sentiero numero 4 che si estende in particolare nella parte più interna della selva. Il percorso non è agevole per chi non dispone di preparazione, allenamento e scarpe adatte. Servono buone gambe, molta pazienza ed un discreto grado di adattamento

La difficoltà principale è costituita dal fatto che quasi tutto il percorso è caratterizzato da un fitto strato di grosse pietre che rende difficile l'andatura. Oltretutto il questo periodo le pietre sono coperte da uno strato di muschio che le rende estremamente scivolose. Cadere è questione di un attimo e la minima distrazione viene pertanto punita...

Nonostante la difficoltà, la fatica e la necessità di guardare quasi sempre dove si mettono i piedi, questo itinerario è a dir poco affascinante. Il paesaggio circostante è unico nel suo genere: la continua distesa di alberi si poggia su questo strato di pietre scagliate in antichità dall'antico cratere del lago di Bolsena. 

Molto facile imbattersi in qualche cinghiale: noi ne abbiamo percepita la probabile presenza nelle nostre immediate vicinanze, ma non ci sono stati problemi di sorta. E' stato sufficiente fare un po' di rumore perchè si allontanasse.

Il paesaggio della selva, con questa fitta copertura di alberi, è magnifico. Inoltre abbiamo raggiunto anche dei siti di grande interesse archeologico come ad esempio un insediamento etrusco di cui si vedono spuntare fra gli alberi i massicci bastioni difensivi. Sembra di stare nella giungla amazzonica. Abbiamo anche raggiunto la famosa Rosa Crepante di cui non dico nulla perchè bisogna vederla di persona...

Grazie alla competenza di Fabio, mi è stato possibile visitare anche dei siti lungo delle deviazioni sempre di pertinenza del sentiero n. 4. Senza la sua esperienza non avrei mai potuto ammirare nulla di simile.

Non abbiamo mai incontrato anima viva per molte ore: il silenzio assoluto è stato interrotto solo dal cadere delle foglie dagli alberi, dal passaggio degli uccelli o il rapido movimento di un cinghiale.

Abbiamo camminato per circa 4 ore percorrendo oltre 8 km: la camminata è stata abbastanza faticosa e l'andatura piuttosto lenta (io soprattutto andavo pittosto piano per evitare qualche scivolone) anche per la presenza di alcuni tratti coperti da molto fango scivoloso.

Direi che suggerisco la visita all'escursionista abbastanza esperto. Bisogna portarsi appresso sicuramente dell'acqua, qualcosa da mangiare, una torcia e tutto quello che può servire in caso di imprevisto. Faccio presente che il sentiero è sempre ben segnalato e sconsiglio vivamente di intraprendere delle deviazioni per conto proprio. Finchè si rimane sul sentiero, la camminata, sia pur impegnativa, è tranquilla. Se però si lascia il sentiero le probabilità di perdersi sono molto, ma molto elevate. Oltretutto ci si perde in un paesaggio monotono, con alberi molto fitti: si può cadere facilmente e magari slogarsi una caviglia (in questo caso sono problemi perchè i cellulari prendono poco o niente). Meglio evitare di andare in questo itenerario da soli. Io conto di tornarci per percorre altri sentieri sempre, spero, con la collaborazione e l'esperienza di Fabio.

Camminata a dir poco fantastica...