Ogni volta che posso mi sposto a piedi. Lascio volentieri la macchina in garage e, anche se la distanza da percorrere può essere lunga, magari mi muovo prima ma opto sempre per andare a piedi.
Non ci sono motivi particolari: non lo faccio nè per la salute, nè per l'ambiente, nè per risparmiare i soldi della benzina anche se, soprattutto le prime due motivazioni sotto sotto mi possono anche interessare. Alla fine lo faccio e basta: senza pensarci troppo perchè mi piace. Stop.
Quindi mi capita di passeggiare senza meta, ma anche di recarmi da qualche parte perchè alla fin fine ho veramente qualcosa da fare. Mi succede quindi di percorrere tanti tipi di strade. Certo le strade secondarie di campagna sono le mie preferite, ma visto che talvolta mi sposto spinto dalla necessità, mi capita anche di percorrere delle strade principali. Alcune volte c'è un marciapiede: il più delle volte devo stare attento a non farmi travolgere dalle macchine.
Comunque, sempre più spesso (e devo dire che mi fa anche piacere), noto che ci sono altre persone che gironzolano sul bordo della strada. Si tratta quasi sempre più o meno delle stesse persone che sfoggiano bellissime tute sportive e scarpette da palestra ultimo grido. Le vedo spesso fare avanti indietro sullo stesso tratto di strada con passo deciso e Ipod nelle orecchie a tutto volume.
Torno a dire che mi fa piacere vedere altre persone che scelgono di camminare soprattutto quando penso a delle aberrazioni come i videogames che simulano attività motorie da fare nel salotto. Quando si decide di uscire fuori di casa e mettersi in movimento è sempre una cosa positiva.
Mi sembra però che, per certi versi, queste persone, scambiano il camminare all'aperto per una sorta di estensione del tapis roulant. E' vero che camminare fa bene al fisico, ma credo che deve fare bene anche alla mente. Fare su e giù dieci volte a passo deciso sul medesimo tratto di strada in perfetta tenuta da palestra si rischia, secondo me, perdere una gran bella fetta del senso e del significato del camminare come momento di pacificazione dello spirito e del corpo. Coprire con l'Ipad il chiasso delle macchine che pericolosamente ci sfiorano è certamente legittimo. Ma è altro camminare in campagna avvolti nel silenzio, con passo moderato, pronti ad afferarre i suoni e gli odori che ci circondano. Magari non si andrà vestiti all'ultima moda, ma senza quell'abbigliamento così appariscente si sarà decisamente più in sintonia con l'ambiente circostante con cui ci si deve integrare e non predere le distanze.
2 commenti:
Mi piace il paragone con il "tapis-roulant": penso anch'io a qualcosa di analogo, quando incontro le persone in bicicletta da corsa. Nel mio caso, tuttavia, dal primo gennaio 2012 ho notato un sensibile aumento del traffico di biciclette (tutte munite di borse) soprattutto in città. Sarà anche un segno della crisi, ma è un buon segno...
Rimango dell'idea che ciascuno deve essere libero di fare quello che vuole. Però talvolta non condivido questa mania di rendere tutto, in un modo o nell'altro, "fico" o alla moda. Ovviamente c'è chi cammina (o va in bici) per tenersi in forma come se fosse in palestra e per questo anche queste attività devono, secondo loro, essere effettuate con le scarpe più alla moda, la tuta più ganza, la bici più tecnologica.
Per me è molto diverso. Quando cammino per le campagne mi porto sempre appresso un bastone di legno (odio le bacchette super tecnologiche che ci sono oggi...), una bisaccia di pelle, un coltello milleusi, un paio di scarponi orribili ma comodissimi. In bici idem. La mia bici è vecchia, porto sulle spalle uno zaino da due soldi di tela (acquisto dal mio amico-venditore ambulante africano): insomma tutta robaccia, ma mi permette di mimetizzarmi con l'ambiente... Mi sento parte del paeesaggio sia in senso fisico che psicologico...
Capisco che possa essere da scemi, ma per me è così...
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