C'è qualcosa di terribilmente paradossale in questo blog. Esso era nato dall'idea di registrare le memorie di un camminatore solitario che vagava sulle strade di campagna, senza una meta e senza uno scopo all'infuori di quello del semplice camminare.
Ora quello stesso camminatore (ovvero il sottoscritto) si ritrova ad essere a più riprese bloccato in un letto d'ospedale o immobilizzato dentro casa. Sono diventato tutto l'opposto.
Francamente non sono capace di scrivere in questa sede la memoria di camminate immaginarie o fortemente desiderate da un individuo sdraiato su un letto che spesso guarda fuori dalla finestra con un misto di rabbia, delusione e frustrazione.
Potrei a questo punto registrare le memorie di chi vive con la percezione continua della fragilità della propria esistenza, della biforcazione fra "quello che sono", quello che "ero" e quello che avrei potuto o voluto essere... Certo non è il massimo dell'allegria, ma questo è quello che passa il convento...
In un mio blog (E Nos Lases Iuvate) ho riportato un pensiero del poeta Pindaro: "l'uomo è il sogno di un'ombra". Mai come in questo momento questo pensiero riesce a descrivere la mia personale condizione...
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