That sunday was a very cold day. Yet there was a shining sun which the cold wind made even more brilliant. Everything was so light and clear...
So, let's go outside for a long walk along secondary country roads.
After a while one of the most typical element of the walking on the countryroads was approaching: the crossroad.
A crossroad always hides a sense of doubt and uncertainty both in case of known and (even more uncertainty) unknown roads. The crossroad along these secondary roads has almost always no indication making me wonder: "and now, where I go?"
By ancient times, crossroads are accompanied by small chapels today hosting Holy Mary statues or a cross. Yet in the past these chapels have hosted for millennia the Lares Compitales, Roman Gods of the crossroads (compitum=crossroad). To chase away these Gods, christians rooted the idea among peasants (who were pagans pagus=village) that in the crossroads there was the Devil. For this reason today we find there images of saints, Mary of a cross.
I remain always rather hesitant in front of a crossroad: even when knowing both directions and even looking at the indications. Even for a very short moment I always feel the same sense of disconfort and my steps become hesitant: I standstill. Sometimes I stop walking looking to the right and to the left to understand where the roads goes...
In this case, that morning, I have found in this crossroad an old stone sign like a milestone where the indications were rather clearly written: well, I had however a moment of doubt and uncertainty...
Nonetheless, even if creating moments of disconfort, crossroads remain irreplaceable particular fellow travellers... Mind the Devil!!
OK! Let's take this way... ehm!
martedì 24 febbraio 2009
I Bivi
Giornata molto fredda quella domenica. Però ricca di un sole luminoso reso ancora più luminoso da un gelido vento di tramontana che rendeva tutto più nitido.
E allora, gambe in spalla lungo le strade secondarie di campagna. Ed ecco che di lì a poco si fa avanti uno degli elementi più caratteristici del camminare nelle strade secondarie: il bivio.
Il bivio nasconde sempre un senso di dubbio o incertezza sia che si tratti di strade note sia, a maggior ragione, se si tratta di strade ignote. Il bivio, in queste strade secondarie quasi sempre privo di indicazioni, fa sorgere sempre la domanda: "adesso, da che parte vado?"
Non è un caso che da sempre questi bivi campagnoli siano abitati da piccole edicole che oggi ospitano madonnine o crecifissi, ma che per millenni hanno ospitato i Lares Compitali (dal termine compitum, bivio). Per scacciare queste antiche divinità i cristiani hanno fatto credere ai contadini (che erano pagani pagus=villaggio) che negli incroci si nascondesse il diavolo. Per questo oggi ci troviamo santi, madonne e crocefissi.
Rimango sempre piuttosto indeciso davanti ad un bivio. Anche se conosco entrambe le direzioni ed anche se ci sono le indicazioni. Anche se per un brevissimo istante provo sempre la sensazione di un disagio e il passo diventa indeciso quasi pronto a fermarsi. Talvolta mi fermo proprio e guardo a destra e a sinistra per vedere dove la strada va a finire...
In questo caso, questo bivio presentava un antico cippo come una pietra miliare dove erano riportate chiaramente le direzioni secondo cui la strada si biforcava: ho avuto anche in questo caso un momento di incertezza...
Comunque anche se creano qualche momento di disagio, i bivi rimangono sempre dei compagni di viaggio molto, ma molto particolari e caratteristici... e del resto non se ne può fare a meno!
Vabbè. Rimettiamoci in cammino da questa parte e.... occhio al diavolo!!!
E allora, gambe in spalla lungo le strade secondarie di campagna. Ed ecco che di lì a poco si fa avanti uno degli elementi più caratteristici del camminare nelle strade secondarie: il bivio.
Il bivio nasconde sempre un senso di dubbio o incertezza sia che si tratti di strade note sia, a maggior ragione, se si tratta di strade ignote. Il bivio, in queste strade secondarie quasi sempre privo di indicazioni, fa sorgere sempre la domanda: "adesso, da che parte vado?"
Non è un caso che da sempre questi bivi campagnoli siano abitati da piccole edicole che oggi ospitano madonnine o crecifissi, ma che per millenni hanno ospitato i Lares Compitali (dal termine compitum, bivio). Per scacciare queste antiche divinità i cristiani hanno fatto credere ai contadini (che erano pagani pagus=villaggio) che negli incroci si nascondesse il diavolo. Per questo oggi ci troviamo santi, madonne e crocefissi.
Rimango sempre piuttosto indeciso davanti ad un bivio. Anche se conosco entrambe le direzioni ed anche se ci sono le indicazioni. Anche se per un brevissimo istante provo sempre la sensazione di un disagio e il passo diventa indeciso quasi pronto a fermarsi. Talvolta mi fermo proprio e guardo a destra e a sinistra per vedere dove la strada va a finire...
In questo caso, questo bivio presentava un antico cippo come una pietra miliare dove erano riportate chiaramente le direzioni secondo cui la strada si biforcava: ho avuto anche in questo caso un momento di incertezza...
Comunque anche se creano qualche momento di disagio, i bivi rimangono sempre dei compagni di viaggio molto, ma molto particolari e caratteristici... e del resto non se ne può fare a meno!
Vabbè. Rimettiamoci in cammino da questa parte e.... occhio al diavolo!!!
venerdì 13 febbraio 2009
Lost Tales/2: The Story of Father Rufus
It's a wonderful sunny day, maybe a little colder, but however a good day for walking with no destination. Many crossroads, many secondary country roads. Nobody, only silence, the birds' singing. The wind shaking grass...
The Story of Father Rufus and "Nothing"
Walking on this lonely silent country road: suddenly a small church comes out, alongside a climb: I've never noticed this little church even if I have passed here several times before...
This small church seems abandoned. The door is even locked with a padlock. I think to myself that here just very few devotees arrive to pray and surely not recently...
I come close to see better and to peek into when suddenly I hear a door opening from the rear; quickly a small man, with a long white beard, friar dressed, appears.
- Hi! I'm sorry! I was just looking inside because I have never noticed this church before - I said quite embarrassed.
- No problem ! No problem - he replied giggling - After all here I meet very few visitors. Well, the last one passed here about..., let me see... it was the... no, no it was the year of the... Well! I can't remember! Maybe it was yesterday or 100 years ago. What's the difference?
In the meantime, the little friar sat on a stone bench to enjoy the warm sunlight in this cold winter day
- May I sit too? Just to rest for a while and then I'll take my walk again. - I said while caming close to him.
- Please sit here, sit here - he replied - Unfortunately I've got nothing to offer to you because here there's nothing! But let me introduce myself: I'm Father Rufus and I've been living here since... let me see... it was... or maybe it was... I always remember nothing! Maybe I've been always here.
Looking to the sky, Father Rufus began to chatter with his voice similar to a lullaby...
- It is since... let me remember... I can't remember how long I celebrate the service alone. I've celebrated the service for centuries for "nothing" - he kept on telling and giggling.
- After all "nothing" is also a kind and nice fellow. He has never protested for my sermons even when they were rather boring. I've been in good company with him. He remained always here with me, without disturbing me.
- Excuse me - I said interrupting his lullaby - but how it can be possible? I've never noticed this church before...
- It's quite simple - he replied with a serious voice.
- "Nothing" something give and something take. Whe he arrives here for the service or to help me in the garden or in the evening just for a talk I cannot understand if he bring me here from somewhere else or if he take me away... Past, present, future, here, there, everywhere... This happens when dealing with "nothing". You'll never know how the things will go... This is the reason why I remember nothing, I have nothing to offer, nothing to eat, nothing to drink, nothing to do, nothing to say..." - after that he remained silent.
- Well! I take my walking again. It has been a pleasure to meet you - I said standing up. But he remained silent. He didn't reply.
While I was about to begin my walk I looked at him once again. he was standing in the sun while he was greeting me with his hand. After a while he disappeared.
Storie Perdute/2: Fra' Rufus
Una bella giornata di sole, forse un pò fredda, comunque buona per mettersi in cammino senza meta. Un incrocio dopo l'altro, una strada di campagna secondaria dopo l'altra. Nessuna compagnia, solamente silenzio ed il canto degli uccelli. Il vento agita l'erba...
La Storia di Fra' Rufus ed il "Nulla"
Cammina, cammina, sulla strada di campagna silenziosa e solitaria: ecco che sbuca dal nulla una piccola chiesetta, a lato di una salita, che non avevo mai notato... Eppure questa strada di campagna l'ho percorsa un sacco di volte...
La piccola chiesa sembra abbandonata. La sua porta è addirittura chiusa con un lucchetto. Mi sa che di fedeli qui a pregare non ne vengono molti e comunque non di recente.
Mi avvicino per vedere meglio e per sbirciare all'interno, quando all'improvviso sento aprire una porta sul retro e rapidamente compare un piccolo omino con una lunga barba bianca vestito da fraticello.
- Ehilà! Salve! Mi scusi se stavo sbirciando, ma non avevo mai notato questa chiesetta - faccio io con un tono un po' impacciato.
- Nessun problema! Nessun problema! - dice lui ridacchiando - Del resto di visitatori qui non se ne vedono mica tanti! Dunque l'ultimo è passato qui circa... vediamo... sarà stato il... era l'anno del... Beh! Non mi ricordo. Forse era ieri o forse cento anni fa! Tanto che differenza fa!
Intanto il piccolo fraticello si mette a sedere su una panchina di pietra quasi per godersi un pò di solo di questa fredda giornata d'inverno.
- Permette che mi sieda anch'io? Giusto per prendere un pò di fiato e poi riprendo il cammino - dico io mentre mi avvicino.
-Si sieda, si sieda pure! - risponde lui - Purtoppo non nulla da offrirle perchè qui non c'è niente. Intanto mi presento: sono Fra' Rufus e sono qui dal... dunque vediamo, era il... non forse sarà stato il... Non ricordo mai nulla! Diciamo che sono qui da sempre!
Con lo sguardo rivolto verso il cielo, Fra' Rufus comincia a chiacchierare con la sua voce che sembra una cantilena e che avrebbe incantato chiunque.
- Saranno almeno... non so nemmeno io da quanti anni che celebro la messa da solo senza nessuno. Praticamente ho celebrato la messa per secoli al nulla!! - continuava ridacchiando fra sè e sè.
- In fondo il "nulla" è anche simpatico. Non ha mai protestato per le mie prediche quando erano noiose. Mi ha fatto sempre molta compagnia. E' stato sempre qui con me senza darmi il minimo fastidio - continuava.
- Mi scusi - dico io interropendo la sua cantilena - ma come mai non ho mai notato questa chiesetta prima d'ora?
- Oh, se è per quello, è molto semplice - Mi risponde lui con un'aria improvvisamente seria
- Il "nulla" un po' dà, un po' prende. Quando arriva per sentire la messa o per aiutarmi nell'orto o la sera per fare due chiacchiere non capisco mai se mi porta qui da chissà dove o se mi porta via...
Passato, presente, futuro, qui, là, ovunque... questo succede quando si ha a che fare con il nulla... Non puoi mai sapere come andrà a finire... Per questo non ricordo mai "nulla", non ho "nulla" da offrire, non ho "nulla" da mangiare e da bere, non ho "nulla" da fare, non ho "nulla" da dire... - dopo di che tacque.
- Beh! Io mi rimetto in cammino. Sono stato contento di averla conosciuta! - dico io alzandomi in piedi. Ma lui ha smesso di parlare e non mi risponde.
E mentre ricomincio il mio cammino lo guardo lì al sole che mi saluta con la mano. Dopo pochi attimi era sparito nel "nulla"...
lunedì 2 febbraio 2009
Lost Tales: the story of Scaurus - the umbrella thief
Often it occurs to me, when walking along country roads, to take secondary and secondary roards which become narrower and narrower, lost in very isolated country zones. At the end, I get lost: and I lose something more than just the direction...
When I walk on a narrow isolated country road for many km without meeting anyone also my fantasy gets lost in these places. And with my "walking fantasy", these places are animated by fantasy people...
When I walk on a narrow isolated country road for many km without meeting anyone also my fantasy gets lost in these places. And with my "walking fantasy", these places are animated by fantasy people...
The Story of Scaurus
After having walked for a long in this country road, I realized that, after so many crossroads, I got lost. I have met nobody during my walk and I have not seen any house around here. I have also tried to go back but after some attempts I realized that I was going around in circle always going back in the same crossroad. Of course my cellular phone had no signal...
So, after the last attempt, I realized that close to me there was a narrow road I have not noticed before. Maybe I arrived from there. So I decided to try also considering that I was going around in vain for too long and, being afternoon, I didn't want to be catched by darkness here.
I started to walk and while walking I realized that this road is getting narrower and narrower becoming just a strict muddy lane which seemed to end in a field. There was nobody and no houses around.
Nonetheless, looking carefully, I could notice, just behind an olive grove, a old house which seemed abandoned. I decided to knock at that door anyway ; maybe someone is living there...
The door is ramshackle and the house is in very bad conditions. After knoking at the door many times and just when I was about to leave, a nasally voice asked from the inside:
- Who's there?
I replied that I was lost and I needed some directions to go back home. After some key clac clac, from a narrow door glimmer, two small eyes and a long nose were looking at me.
- Excuse me. May I use your telephone please?
- A telephone? I don't know whatta do with a telephone! - He replied.
So I asked again for some directions to go back to the main road. The door opened slowly and a rather thin, black curl hair little man appeared on the doorstep.
- Here there are only main roads. Above all this road. Anyway, come in. I'll explain to you how to go back to the village.
Inside, the room seemed small with a low roof: the windows were closed so it was quite dark inside. After a while I started to see something in the darkness and I noitced that the room was full with stuff left around at random. Pots, bottles, shoes, hats, books and above all, umbrellas. many umbrellas. I understood that I was in the Scaurus' home, the umbrella thief.
- I have always thought that the "umbrella thief" cannot exist, just a fairytale... maybe I was wrong... - I whispered
- Uhm! I'm not a thief! I pick up what people lose. And here the umbrella people leave around end up - Scaurus replied
- What do you do with this stuff? - I answered
- Mind your own business! Just remember that if someone loses his umbrella I immediately arrive and I get it and I'll keep it here forever.
In the meantime, Scaurus came close to a small bottle from which he freed a butterfly.
- Follow her. she will bring you to the main road. When you turn back you won't find this road - he said
I gave thanks to Scaurus for his help and I went out the house. The door quickly was closed behind me. I followed the butterfly who soon took the little road and after a while I realized that the road began to be wider and wider. I turned back but the Scaurus' home has disappeared.
So I decided to keep on walking and soon after also the butterfly disappeared. I have reached the road I know and I could go back home. But I realized that I have forgotten my gloves at Scaurus' home.So, after the last attempt, I realized that close to me there was a narrow road I have not noticed before. Maybe I arrived from there. So I decided to try also considering that I was going around in vain for too long and, being afternoon, I didn't want to be catched by darkness here.
I started to walk and while walking I realized that this road is getting narrower and narrower becoming just a strict muddy lane which seemed to end in a field. There was nobody and no houses around.
Nonetheless, looking carefully, I could notice, just behind an olive grove, a old house which seemed abandoned. I decided to knock at that door anyway ; maybe someone is living there...
The door is ramshackle and the house is in very bad conditions. After knoking at the door many times and just when I was about to leave, a nasally voice asked from the inside:
- Who's there?
I replied that I was lost and I needed some directions to go back home. After some key clac clac, from a narrow door glimmer, two small eyes and a long nose were looking at me.
- Excuse me. May I use your telephone please?
- A telephone? I don't know whatta do with a telephone! - He replied.
So I asked again for some directions to go back to the main road. The door opened slowly and a rather thin, black curl hair little man appeared on the doorstep.
- Here there are only main roads. Above all this road. Anyway, come in. I'll explain to you how to go back to the village.
Inside, the room seemed small with a low roof: the windows were closed so it was quite dark inside. After a while I started to see something in the darkness and I noitced that the room was full with stuff left around at random. Pots, bottles, shoes, hats, books and above all, umbrellas. many umbrellas. I understood that I was in the Scaurus' home, the umbrella thief.
- I have always thought that the "umbrella thief" cannot exist, just a fairytale... maybe I was wrong... - I whispered
- Uhm! I'm not a thief! I pick up what people lose. And here the umbrella people leave around end up - Scaurus replied
- What do you do with this stuff? - I answered
- Mind your own business! Just remember that if someone loses his umbrella I immediately arrive and I get it and I'll keep it here forever.
In the meantime, Scaurus came close to a small bottle from which he freed a butterfly.
- Follow her. she will bring you to the main road. When you turn back you won't find this road - he said
I gave thanks to Scaurus for his help and I went out the house. The door quickly was closed behind me. I followed the butterfly who soon took the little road and after a while I realized that the road began to be wider and wider. I turned back but the Scaurus' home has disappeared.
What a pity! It was a very nice pair of gloves...
Storie Perdute: Scaurus il ladro di ombrelli
Spesso mi capita, quando comincio a girovagare per strade di campagna, di imboccare strade sempre più secondarie che diventano sempre più strette e si perdono in tratti molto isolati della campagna. Alla fine succede che mi perdo: e mi capita di perdere non solo la strada...
Quando si comincia a camminare in una stretta strada isolata per un bel po' di chilometri e non si incontra nessuno per un bel po' di tempo, anche la mia fantasia si perde in questi luoghi spesso trascurati e fuori dalla frequentazione della gente. E, con la mia fantasia che passeggia, questi luoghi si animano di personaggi immaginari...
La Storia di Scaurus
Dopo aver camminato molto tempo su questa strada bianca di campagna, mi sono accorto che, a furia di prendere strade secondarie ed incroci continui, mi sono alla fine perso...
Non ho incontrato nessuno durante tutto questo tempo e di case non ne ho viste nemmeno una. Ho anche provato a tornare indietro sui miei passi, ma dopo alcuni tentativi mi sono accorto di fare una specie di giro circolare e di tornare sempre allo stesso posto. Manco a dirlo, non c'è segnale per il cellulare.
Dopo l'ennesimo tentativo, mi sono accorto di una piccola stradina che inizialmente non avevo notato: che sia venuto da questa strada? Tanto vale provare visto che non faccio altro che girare in tondo da un po' troppo tempo e, visto che è pomeriggio, non vorrei essere sorpreso dal buio in campagna.
Comincio a camminare e via via che proseguo, mi accorgo che la strada si stringe sempre di più fino a diventare un viottolo stretto e fangoso che sembra perdersi nei campi. Non c'è un'anima viva e non c'è nessuna casa qui intorno.
Però guardando con attenzione, riesco a notare dietro un uliveto una vecchia casa che sembra disabitata. Comunque voglio tentare di bussare: magari invece lì ci abita qualcuno.
La porta è sgangherata e la casa è messa piuttosto male. Dopo aver bussato più volte e proprio mentre faccio per andarmene una voce nasale risponde da dentro:
- Chi è?
Rispondo che ho perso la strada e che avrei bisogno di informazioni per tornarmene a casa. Dopo alcuni giri di chiave, da un piccolo spiraglio della porta, sbuca un naso lungo e stretto con due piccoli occhi che mi squadrano dal basso in alto.
- Mi scusi, ha un telefono? - faccio io
- Telefono? Non so che farmene del telefono... - risponde lui
Chiedo cortesemente se mi può dare delle indicazioni per tornare sulla strada principale. La porta si apre lentamente ed un piccolo omino di età indefinibile piuttosto magro dai capelli ricci, neri e folti appare sulla soglia.
- Qui sono tutte strade principali. Soprattutto quella che porta a casa mia. Comunque entra che ti spiego come fare per tornare al paese.
Dentro la stanza sembra piuttosto piccola con il soffitto basso: le finestre hanno gli scuri chiusi ed è piuttosto buio. Mi ci vuole un po' per cominciare a vedere nel buio e quello che comincio a notare è che la stanza è piena di oggetti messi ovunque alla rinfusa. Pentole, bottiglie, scarpe, cappelli, libri e soprattutto ombrelli. Tantissimi ombrelli. Capisco subito di essere finito nella casa di Scaurus, il ladro di ombrelli.
- Ho sempre pensato che il ladro di ombrelli non esistesse, che fosse una favola. E invece... - bisbiglio io
- Non sono un ladro. Io raccolgo quello che gli altri perdono. E qui finiscono tutti gli ombrelli che la gente perde in giro - mi risponde Scaurus
- Ma poi che ci fai con tutti questi ombrelli? - gli chiedo io
- Tu non ti impicciare. Sappi solo che quando uno perde l'ombrello subito dopo passo io e me lo porto qui e lo conservo per sempre...
Intanto Scaurus si avvicina ad una piccola bottiglia da dove fa uscire una farfalla.
- Seguila e ti riporterà sulla strada maestra. Quando ti volterai comunque non troverai più questa strada - mi dice Scaurus.
Ringrazio Scaurus per l'aiuto ed esco di casa. La porta dietro di me si richiude subito. Seguo la farfalla che velocemente imbocca la stradina bianca e dopo poco mi accorgo che la strada comincia ad allargarsi. Mi volto ed effettivamente la casa di Scaurus non c'è più.
Intanto proseguo e dopo poco anche la farfalla è scomparsa. Ma ora sono sulla strada che conosco e posso tornare a casa. Solo che, accidenti, mi accorgo di aver dimenticato i miei guanti a casa di Scaurus.
Peccato, era un bel paio di guanti...
Quando si comincia a camminare in una stretta strada isolata per un bel po' di chilometri e non si incontra nessuno per un bel po' di tempo, anche la mia fantasia si perde in questi luoghi spesso trascurati e fuori dalla frequentazione della gente. E, con la mia fantasia che passeggia, questi luoghi si animano di personaggi immaginari...
La Storia di Scaurus
Dopo aver camminato molto tempo su questa strada bianca di campagna, mi sono accorto che, a furia di prendere strade secondarie ed incroci continui, mi sono alla fine perso...
Non ho incontrato nessuno durante tutto questo tempo e di case non ne ho viste nemmeno una. Ho anche provato a tornare indietro sui miei passi, ma dopo alcuni tentativi mi sono accorto di fare una specie di giro circolare e di tornare sempre allo stesso posto. Manco a dirlo, non c'è segnale per il cellulare.
Dopo l'ennesimo tentativo, mi sono accorto di una piccola stradina che inizialmente non avevo notato: che sia venuto da questa strada? Tanto vale provare visto che non faccio altro che girare in tondo da un po' troppo tempo e, visto che è pomeriggio, non vorrei essere sorpreso dal buio in campagna.
Comincio a camminare e via via che proseguo, mi accorgo che la strada si stringe sempre di più fino a diventare un viottolo stretto e fangoso che sembra perdersi nei campi. Non c'è un'anima viva e non c'è nessuna casa qui intorno.
Però guardando con attenzione, riesco a notare dietro un uliveto una vecchia casa che sembra disabitata. Comunque voglio tentare di bussare: magari invece lì ci abita qualcuno.
La porta è sgangherata e la casa è messa piuttosto male. Dopo aver bussato più volte e proprio mentre faccio per andarmene una voce nasale risponde da dentro:
- Chi è?
Rispondo che ho perso la strada e che avrei bisogno di informazioni per tornarmene a casa. Dopo alcuni giri di chiave, da un piccolo spiraglio della porta, sbuca un naso lungo e stretto con due piccoli occhi che mi squadrano dal basso in alto.
- Mi scusi, ha un telefono? - faccio io
- Telefono? Non so che farmene del telefono... - risponde lui
Chiedo cortesemente se mi può dare delle indicazioni per tornare sulla strada principale. La porta si apre lentamente ed un piccolo omino di età indefinibile piuttosto magro dai capelli ricci, neri e folti appare sulla soglia.
- Qui sono tutte strade principali. Soprattutto quella che porta a casa mia. Comunque entra che ti spiego come fare per tornare al paese.
Dentro la stanza sembra piuttosto piccola con il soffitto basso: le finestre hanno gli scuri chiusi ed è piuttosto buio. Mi ci vuole un po' per cominciare a vedere nel buio e quello che comincio a notare è che la stanza è piena di oggetti messi ovunque alla rinfusa. Pentole, bottiglie, scarpe, cappelli, libri e soprattutto ombrelli. Tantissimi ombrelli. Capisco subito di essere finito nella casa di Scaurus, il ladro di ombrelli.
- Ho sempre pensato che il ladro di ombrelli non esistesse, che fosse una favola. E invece... - bisbiglio io
- Non sono un ladro. Io raccolgo quello che gli altri perdono. E qui finiscono tutti gli ombrelli che la gente perde in giro - mi risponde Scaurus
- Ma poi che ci fai con tutti questi ombrelli? - gli chiedo io
- Tu non ti impicciare. Sappi solo che quando uno perde l'ombrello subito dopo passo io e me lo porto qui e lo conservo per sempre...
Intanto Scaurus si avvicina ad una piccola bottiglia da dove fa uscire una farfalla.
- Seguila e ti riporterà sulla strada maestra. Quando ti volterai comunque non troverai più questa strada - mi dice Scaurus.
Ringrazio Scaurus per l'aiuto ed esco di casa. La porta dietro di me si richiude subito. Seguo la farfalla che velocemente imbocca la stradina bianca e dopo poco mi accorgo che la strada comincia ad allargarsi. Mi volto ed effettivamente la casa di Scaurus non c'è più.
Intanto proseguo e dopo poco anche la farfalla è scomparsa. Ma ora sono sulla strada che conosco e posso tornare a casa. Solo che, accidenti, mi accorgo di aver dimenticato i miei guanti a casa di Scaurus.
Peccato, era un bel paio di guanti...
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